Il processo di funzionamento di una comunità energetica
Il ruolo di Soly per la creazione di comunità energetiche
Soly si pone l’obiettivo di diffondere le prime comunità energetiche rinnovabili per incentivare la transizione energetica. Il fotovoltaico e’ sicuramente la miglior tecnologia rinnovabile per poter avviare delle comunità energetiche.
Per poter creare una Comunità Energetica bisogna costituire un’entità legale tra i soci (possono essere persone fisiche, enti territoriali o amministrazioni pubbliche). Per legge, lo scopo di una comunità energetica non può essere il profitto, la comunità energetica rientra nei criteri di un’ “associazione”. Successivamente, bisogna decidere il luogo per installare l’impianto (dovrebbe essere vicino ai consumatori)
Per esempio un’azienda o una pubblica amministrazione possono decidere di installare un impianto fotovoltaico e di condividere l’energia prodotta e immessa in rete con tutte le persone che fanno parte della comunità. Un’ altra possibilità è quella di creare una comunità per rappresentare un quartiere, per esempio. L’impianto non deve essere per forza parte integrante della proprietà della comunità ma potrebbe essere messo a disposizione dei membri partecipanti, utilizzando un contratto di diritto privato.
Le comunità energetiche hanno un impatto positivo sulle persone e sulle comunità: nel prossimo paragrafo ti spiegheremo alcuni dei principali benefici:
- Benefici economici. Le comunità energetiche sono in grado di produrre un valore economico direttamente dal surplus dell’energia prodotta.
- Benefici ambientali. Le comunità energetiche sono in grado di diminuire drasticamente il consumo di combustibili fossili
- Benefici sociali. Con i benefici sociali si stimola l’aggregazione sociale e si riesce a creare una cultura basato sull’ importanza delle energie rinnovabili, stimolando la conspevolezza delle persone
Normative sulle comunità energetiche
Le direttive europee RED II prevedono anche il sostegno finanziario alla produzione e all’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili. Questa normativa prevede che ai cittadini europei venga riconosciuta una serie di diritti per costruire e aderire a una comunità energetica.
Attualmente, la normativa italiana in materia di comunità energetiche rinnovabili è regolamentata principalmente dall’articolo 42-bis del Decreto Milleproroghe 162/2019, convertito nella Legge n. 8/2020 del 28 febbraio 2020. Questo quadro normativo si articola ulteriormente attraverso provvedimenti attuativi, quali la delibera 318/2020/R/eel dell’ARERA e il Decreto Ministeriale del 16 settembre 2020 emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE). Inoltre, il Decreto Legislativo 199/2021 implementa le disposizioni della Direttiva Europea RED II, finalizzata a promuovere l’utilizzo dell’energia da fonti rinnovabili. In breve, le comunità energetiche rinnovabili sono entità giuridiche caratterizzate da:
- Partecipazione volontaria
- Possibilità di fornire benefici ambientali, economici o sociali per la comunità ai suoi azionisti o membri e alle aree locali in cui è attiva
- Vengono costituite da persone fisiche, PMI o enti locali
Chi fa parte di una comunità energetica può uscire dalla community quando lo desidera.
Le comunità energetiche in Italia
Secondo il rapporto “Comunità Rinnovabili 2022” di Legambiente, in Italia ci sono attualmente 100 Comunità Energetiche Rinnovabili e Configurazioni di Autoconsumo Collettivo, divise tra quelle già operative (35), in fase di progettazione (41) e in fase di avvio (24), ovvero quelle che stanno iniziando il loro percorso di formazione. La maggior parte degli impianti di autoproduzione ha una potenza compresa tra i 20 e i 60 kW, con alcune significative eccezioni.